Il segreto di Fernando Botero

by Elena Salem
Il segreto di Fernando Botero

Tutti conoscono Fernando Botero. Il suo stile è inconfondibile. Ma l’artista non crea soltanto donne e uomini grossi, al limite dell’obesità.  Tutto nelle sue opere è fuori dimensione: figure,  famiglie, bambini, animali, case, strade, oggetti, frutta. Eppure tutto è in proporzione. Come ci riesce?

Persino celebri opere d’arte, come la Monna Lisa di Leonardo Da Vinci, si arrotondano  nelle sue tele. Non risparmia questa dilatazione dei volumi neanche alla “Passione di Costo” ed ad altro opere religiose.

Uno stile inconfondibile: il segreto di Fernando Botero.

Tutto è fuori dimensione nelle opere di Fernando Botero, eppure tutto è sempre perfettamente in proporzione.

Tutto nelle sue opere è fuori dimensione, eppure tutto è sempre perfettamente in proporzione. Aggiungerei che partendo da suoi presupposti, tutto acquisisce una sua armonia. 

Come riesce Fernando Botero a dipingere nelle sue tele sempre tutto nel giusto equilibrio?

Fernando Botero mostra suoi trucchi a Medellin

Sono stata a Medellin, sua città natale e una delle città più importanti della Colombia.  Per prima cosa ho visitato Museo a lui dedicato e dove lui ha regalato – oltre alle sue opre – anche gran parte della sua collezione artistica. E questo anche nella capitale Bogotà,

Con sorprendente trasparenza  ci rivela lui stesso i “trucchi” del suo mestiere, mostrandoci il prototipo del suo studio al Museo di Medellin, tappezzato di specchi che deformano le figure allargandole e intozzendole.

In altre parole, Botero dipinge davanti a un’immagine riflessa.

L’artista per riempire grandi campi di colore, dilata la forma: uomini e paesaggi acquistano dimensioni  apparentemente irreali, dove il dettaglio diventa la massima espressione e i grandi volumi rimangono riempiono la sue tele. I personaggi di Botero non provano gioia né dolore, hanno lo sguardo perso nel vuoto e sono immobili, quasi fossero rappresentazioni di sculture.

Cosa si cela dietro allo stile Di Fernando Botero?

La sua creatività – come lui stesso ha dichiarato – il suo ideale estetico e, in ultima analisi, il suo tratto distintivo sono basati sulla forma e sul volume. Il colore rimane tenue, generalmente steso in grandi macchie piatte ed uniformi, senza contorni.

 Vi è una costante necessità di ampliare le dimensioni dilatandole, “deformandole” direbbe lui stesso. La risultante dell’ampliamento dei volumi non dà però un senso di pesantezza, i corpi non sono mai flaccidi, l’abbondanza è tonica, la rotondità è tesa ed al contempo armoniosa. Si tratta di un’opulenza piacevole da osservare, una sensualità che dà benessere.

«Non dipingo donne grasse. Nessuno ci crederà, ma è vero. Ciò che io dipingo sono volumi. Quando dipingo una natura morta, dipingo sempre un volume. Se dipingo un animale, lo faccio in modo volumetrico e lo stesso vale per un paesaggio. Sono interessato al volume, alla sensualità della forma. Se io dipingo una donna, un uomo, un cane o un cavallo, ho sempre quest’idea del volume e non ho affatto un’ossessione per le donne grasse».

Le persone dipinte da Fernando  Botero sono caratterizzate dall’assenza di espressività. Uomini, donne, bambini, perfino gli animali hanno sguardi impassibili, assenti, che non guardano mai l’osservatore. L’artista, dirà Botero, non dovrebbe far trapelare nei suoi soggetti le proprie emozioni.

Chi è Fernando Botero?

Fernando Botero (Colombia – Medellín 1932) è un pittore, scultore e disegnatore colombiano. Da bambino rimase affascinato dall’architettura barocca spagnola e dalle illustrazioni della Divina Commedia di Gustave Doré. Iniziò a esporre le sue prime opere all’età di 16 anni, a Medellín.

Il suo talento non passò inosservato e nel 1952 vinse, con il dipinto “Sulla costa”, il secondo premio al IX Salone degli artisti colombiani, organizzato presso la Biblioteca Nazionale di Bogotà: investì il denaro del premio per un viaggio di studio in Europa, dove ebbe modo di vedere dal vivo i quadri di Giotto, Mantegna, Tiziano e Goya.

Fernando Botero ritornò in patria nel 1955 e sposò la sua amata Gloria Zea (ministro della cultura della Colombia). Quando iniziò a esporre stabilmente le sue opere, Botero venne molto criticato: alcuni hanno definito le sue grandi figure come caricature grottesche – altri lo hanno definito come un fenomeno puramente commerciale. 

Nel 1983 ritornò in Italia, costretto a lasciare il suo amato paese a seguito delle pesanti critiche, ed ebbe modo di aprire uno studio a Pietrasanta, dove tutt’ora soggiorna per 6 mesi all’anno, per essere vicino alle cave di marmo toscane.

Botero ebbe modo di viaggiare molto, lontano dalla sua terra. Oggi si è riscattato e le sue opere valgono migliaia se non milioni di euro.

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