La scrittura di Hemingway: la disciplina e il principio dell’iceberg

by Elena Salem
Hemingway

Per sua stessa ammissione, Ernst Hemingway (Nobel della Letteratura 1954), ricercava nella scrittura “l’essenziale”: poche descrizioni, pochi aggettivi. Insomma una prosa asciutta, ma non per questo piatta. Al contrario, proprio la mancanza di definizione gli consentiva di far emergere tra le righe il “non detto”, i sentimenti e le emozioni che non descriveva con le parole.

Una disciplina nella scrittura

«Il vecchio e il mare avrebbe potuto esser lungo più di mille pagine, avrei potuto sviluppare gli abitanti del villaggio, spiegare come sbarcano il lunario, come sono nati (…).» scriveva Hemingway. »Ma questa è unoperazione che altri scrittori sanno fare in modo eccellente e quando si scrive il limite è sempre quello che già è stato fatto in maniera esauriente. Così ho cercato di provare con qualcosa di diverso. Prima di tutto eliminare tutte le parti superflue e trasmettere al lettore unesperienza che potesse entrare a far parte della sua, come quelle reali. È unimpresa difficilissima, e ho dovuto lavorare sodo».

Ernst Hemingway

Ernst Hemingway

Nel 1984, Larry W. Phillips ha pubblicato “Ernest Hemingway on Writing“, una raccolta dei migliori consigli di Ernest Hemingway sul processo di scrittura.

Restio a parlare del suo personale processo creativo, infatti, Hemingway non ha mai scritto un vero e proprio trattato sulla scrittura. Hemingway ha però lasciato molti indizi in merito alla sua visione sull’arte di narrare storie, distribuiti tra lettere, articoli e libri, con opinioni e tanti suggerimenti utili  per gli esordienti e non solo.

Innanzitutto, Hemingway, nella sua veste di scrittore, aveva una disciplina piuttosto rigida. Scriveva all’alba, scriveva un tot di parole per sessione di lavoro, scriveva fino a mezzogiorno, si concedeva una nuotata subito dopo e così via fino alla fine della sua giornata lavorativa.

Una disciplina molto personale che lo scrittore americano si guardava bene dal consigliare agli altri.  Hemingway piuttosto sembrava suggerire che per intraprendere la professione di scrittore di disciplina era bene averne una e che questa andasse seguita molto seriamente.

Hemingway e la punta dell’iceberg

Hemingway era convinto che da una storia dovesse emergere soltanto la punta dell’iceberg. Cosa intendeva con questa espressione? 

Uno scrittore deve lavorare moltissimo per rendere credibile la sua storia e perché i suoi personaggi sia verosimili agli occhi del lettore. Ma non tutto il lavoro che svolge, deve finire necessariamente nella storia. Al contrario, lui sosteneva che i sette ottavi di ogni parte visibile in una narrazione sono sempre sommersi.

Questo è il principio ( e la metafora) dell’iceberg. L’idea, cioè, che ogni scrittore conosce molto di più della sua storia rispetto a quanto viene espresso dal libro.

Riportiamo alcuni dei suggerimenti il grande scrittore americano ha lasciato per chi desidera costruire una storia efficace.

1. Scrivi una frase vera. 

«A volte quando inizio una nuova storia e non riesco ad andare avanti, mi siedo di fronte al camino e inizio a schiacciare la buccia di alcune piccole arance verso gli angoli delle fiamme e osservo gli zampilli blu che si creano.  Così finalmente scrivo una frase vera, e parto da là. Era facile perché cera sempre una frase vera che conoscevo o che avevo sentito dire da qualcuno. Quando mi accorgevo che stavo scrivendo in maniera elaborata, o come qualcuno che introduce un tema o presenta qualcosa, mi fermavo e tagliavo la tiritera, buttavo via e ricominciavo dalla prima vera semplice frase dichiarativa che avevo scritto».

2. Fermati prima di bloccarti. 

«La cosa migliore è sempre fermarsi quando stai andando bene e quando ancora sai che cosa succederà dopo. Se lo fai tutti i giorni quando stai scrivendo un romanzo non ti sarai mai arenato. Questa è la cosa più preziosa che posso dirti, per cui cerca di ricordartela».

3. Non pensare alla storia mentre stai scrivendo.

«In questo modo il tuo inconscio continuerà a lavorarci autonomamente, ma se lo fai in maniera cosciente, o ti ci preoccupi, lammazzi e il tuo cervello sarà stanco ancora prima di partire».

4. Rileggi ciò che hai scritto prima di ricominciare a scrivere. 

«La cosa migliore era rileggere ogni giorno dallinizio, correggere scorrendo il testo, e poi proseguire da dove mi ero fermato il giorno prima. Quando il testo diventa così lungo che non puoi rileggerlo tutto ogni giorno, torna indietro di due o tre capitoli al giorno; poi ogni settimana rileggi tutto dallinizio. Questo per far in modo che il testo sia coeso».

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